Università Cattolica – Milano
Dipartimento di Psicologia
Abstract
Comprendere i meccanismi psicologici della percezione e del riconoscimento del pericolo è fondamentale per analizzare le cause degli incidenti stradali. Il modello proposto nell’articolo supera la visione tradizionale che separa rigidamente la fase di rilevazione degli stimoli ambientali da quella della loro interpretazione. Non separa rigidamente la fase di rilevazione degli stimoli da quella dell’interpretazione. Questi due processi si intrecciano e si influenzano a vicenda. Si crea così un circuito dinamico e continuo.
Il guidatore riceve un flusso costante di informazioni. Deve interpretarle e valutarle mentre guida, in tempo reale. Non si limita a registrare i dati sensoriali. Li decodifica in modo attivo, utilizzando memoria, esperienza e schemi mentali.
Quando avviene un incidente, spesso la causa non è solo un ritardo motorio o un errore di coordinazione. Il problema nasce da un cortocircuito tra percezione e comprensione. A volte il guidatore applica uno schema mentale inadeguato. Altre volte fatica ad attivare quello giusto. Questo compromette la capacità di reagire ai pericoli.
Agiscono due sistemi mentali distinti ma collegati.
- Il primo è rapido e automatico. Si basa sull’esperienza e sugli schemi appresi. Gestisce la maggior parte delle situazioni senza consapevolezza.
- Il secondo è più lento e riflessivo, entra in gioco quando occorre valutare decisioni complesse, giudicare la propria condotta o analizzare l’ambiente, il veicolo e le capacità personali.
Nessuno dei due sistemi è infallibile. Errori possono derivare sia dall’eccessiva fiducia nell’automatismo sia da un’analisi cosciente troppo lenta o distorta.
Il guidatore non risponde solo agli stimoli; si regola costantemente, definendo una “banda accettabile di rischio”. Adatta il comportamento per restare entro limiti che considera sicuri. Questo processo di auto-regolazione si basa su impressioni e giudizi, anche sulle proprie capacità.
Dunque, affidarsi solo al tempo di reazione per ricostruire un incidente è riduttivo. Serve un’analisi più completa. È importante valutare come il guidatore ha percepito e interpretato i rischi. Bisogna considerare anche le strategie cognitive e l’auto-regolazione nella gestione della situazione critica.
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